Nuova legge approvata in Italia contro tutti i tipi di hacker: ora rischiano pene severissime

Un nuovo DDL sulla cybersicurezza prevede nuove misure ed un inasprimento delle pene per gli hacker che violano i sistemi informatici.

La necessità di rafforzare le misure di cybersicurezza trova la sua giustificazione nei recenti e straordinari progressi della tecnologia, in particolare con l’avvento dell’intelligenza artificiale. Questa innovazione, seppur per certi versi importante, ha raggiunto livelli senza precedenti, presentando un grado di pericolosità potenziale che richiede ad oggi una risposta tempestiva ed efficace da parte della legislazione e delle autorità competenti.

Pene in Italia contro gli hacker
Nuova legge approvata contro gli hacker – (leggimi.eu)

La capacità di apprendimento e adattamento dei nuovi sistemi ha aperto nuove frontiere nel mondo digitale, facilitando però anche la progettazione di attacchi informatici più sofisticati da parte dei cosiddetti hacker. In questo scenario dove la cybersicurezza diventa sempre più violabile, mettendo a rischio il funzionamento di sistemi e facilitando il furto dei dati, un inasprimento delle pene diventa necessario. A tal proposito, il Consiglio dei Ministri si è riunito a Palazzo Chigi per esaminare uno schema di disegno di legge apposito.

Nuova legge contro i cybercriminali, DDL approvato dal Governo: inasprimento delle pene per gli hacker

Si tratta di un’iniziativa, approvata con successo, che rappresenta un passo significativo nelle sfide sempre crescenti legate al mondo digitale. Il disegno di legge presenta diverse componenti chiave, tra cui l’inasprimento delle sanzioni e delle pene per chi si rende colpevole di accesso illegittimo a sistemi informatici.

Crimini informatici: reclusioni e sanzioni nel 2024 secondo il DDL
Gennaio 2024, DDL approvato contro i crimini informatici – (leggimi.eu)

Entrando nel dettaglio di quanto deciso, lo schema del DDl prevede che le pene per i pubblici ufficiali o gli addetti al pubblico servizio che accedono illegalmente a un sistema informatico aumentano da 1-5 anni a 2-10 anni di reclusione. Chi detiene o fornisce programmi dannosi per sistemi informatici, invece, rischia fino a 2 anni di reclusione e una sanzione di 10.329 euro.

In tutto ciò, le pubbliche amministrazioni devono notificare gli incidenti informatici subiti entro 24 ore dalla scoperta. In caso di ritardo, potrebbe essere avviata un’ispezione seguita da una multa tra 25.000 e 125.000 euro. Ovviamente, questo è stato necessario per cercare di dissuadere in qualche modo gli hacker, garantendo quanto più possibile la sicurezza informatica anche velocizzando la segnalazione dalle pubbliche amministrazioni.

Sebbene sembri già una sorta di vittoria, si tratta solamente di un passo avanti verso un futuro ancora incerto che presenta la necessità di controllo e leggi alla tutela dei cittadini.

In merito al dibattito sulla detenzione di programmi “per danneggiare i sistemi informatici”, il disegno di legge specifica che l’azione punibile riguarda chi, con l’intenzione di arrecare danni a un sistema informatico, si procura, detiene, produce, riproduce, importa, diffonde, comunica, consegna o installa programmi informatici dannosi. La detenzione per scopi di ricerca, invece, non è soggetta a sanzioni.

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